Fotografia Europea 2018 Reggio Emilia

Riflessioni e spunti sulla Mostra Fotografia Europea 2018

E’ bello andare controcorrente, in questo periodo di anticipazioni e di News ad ogni costo, preferisco commentare e valutare un evento a giochi conclusi, quando ormai le luci si spengono ed aleggia quella atmosfera malinconica da post-concerto…

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Toni Thorimbert

Per farla breve, come sempre mi riduco all’ultimo per visitare Fotografia Europea 2018 e la sua kermesse fotografica, ricca di eventi e di spunti interessanti, essendo iniziata prima ( già da aprile) rispetto agli altri anni, me la sono presa con ancora maggior comodo… visitandola negli ultimi 2 giorni di programmazione! 

Le tematiche di quest’anno erano inerenti a concetti a prima vista complessi, ma legati tra loro indissolubilmente da un denominatore comune gli anni 60 e 70: Rivoluzioni, Ribellioni, Cambiamenti ed Utopie e di tutti i cambiamenti, gli slanci e l’entusiasmo dell’epoca, oggi mi chiedo e vi domando… cosa rimane? Non vedo più nemmeno le ceneri, non riconosco niente che si possa associare ed aggirandomi tra le varie esposizioni con le foto, le stampe ed il materiale originale dell’epoca, per chi come me quegli anni li ha vissuti (seppure da bambino e da adolescente), si ha l’impressione di visitare reperti di un’era preistorica, cancellata per sempre da qualche evento catastrofico, l’effetto è a dir poco estraniante. Le ideologie, la passione, la libertà sono concetti superati e cancellati in nome di una non ben precisata “modernità”.

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Alla mostra Sex & Revolution di Palazzo Magnani, i giovani osservano curiosi, mentre le persone di una certa età manifestano un certo pudore davanti a certe immagini volutamente forti ed emblematiche sulla rivoluzione sessuale e sull’immaginario erotico di quegli anni.

 

Oggetti, foto e libri fotografici in mostra a Palazzo da Mosto mostrano vari progetti di utopie sociali e religiose del passato e la propaganda dei regimi totalitari dell’epoca… Altra sala antidiluviana di un passato, trapassato probabilmente mai digerito, ma semplicemente cancellato dalla storia… Nella stessa storica sede, una interessante rassegna dedicata al grande fotografo Joel Meyerowitz Transitions opere dal 1962 al 1981, lo street-photography elevato ad opera d’arte…

Allo Spazio Via Secchi 11 diverse esposizioni interessanti ed un reportage documentaristico di Umberto Coa dal titolo Non dite che siamo pochi sugli anni di militanza di tale MB all’interno del movimento anarchico insurrezionalista negli anni ’90 e 2000… Anche se si trattava di un personaggio inventato, le storie e le situazioni mostrate sono ed erano estremamente reali.

All’interno dei Chiostri di San Domenico era presente una rassegna interamente dedicata alla fotografia Iraniana, scelta come simbolo delle Rivoluzioni e dei Cambiamenti radicali subiti da questo popolo nella loro storia recente attraverso un viaggio fotografico all’interno di questi cambiamenti e di queste continue trasformazioni con le opere di fotografi iraniani contemporanei ed il lavoro rivoluzionario e visionario di Ahmad Aali.

 

Poi arrivando allo Spazio San Rocco si veniva catapultati in un’atmosfera angosciante, cupa e senza vie d’uscita… In questo spazio senza tempo Clement Cogitore narra la vera storia di Sacha Braguin che con la propria famiglia sceglie l’isolamento totale e la vita autarchica nella taiga siberiana su un fiume, a 700 km dal primo nucleo abitato, fondando Braguino. Ma rapidamente questa sorta di eden si trasforma in un incubo con l’arrivo di un’altra famiglia e l’impossibilità di una convivenza pacifica ed armoniosa… Fino ad arrivare alla costruzione di un muro che divide e separa le loro vite. Una riflessione molto pesante e profonda sulla nostra civiltà ed il fallimento di una vita comune regolata dalle leggi della natura…

Nella suggestiva sede della Ex-Sinagoga vi erano le magnifiche vedute Iconic China di Luca Campigotto ed il suo viaggio attraverso la Cina del passato e del presente, con straordinari pannelli fotografici dal forte impatto cromatico.

All’interno di Villa Zironi, splendida villa privata costruita nel 1928 con arredamenti ed interni d’epoca, era allocata l’opera archivio di Lorenzo Tricoli – The Archive You Deserve (T.A.Y.D.) che raccontava in chiave farsesca la storia recente della nostra amata Repubblica…

Ed infine allo Spazio Gerra l’esposizione Fotoromanzo e poi… dedicata alla storia tipicamente italiana del fotoromanzo e dei suoi derivati. Ammetto che sono entrato con qualche riserva dato l’argomento un po’ frivolo…ma vuoi per la qualità degli scatti, per la scelta dell’itinerario espositivo molto ben curato e per quella certa atmosfera retrò… Ne sono uscito piacevolmente soddisfatto e con l’animo leggermente più sereno!

A presto Reggio!


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