“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia” (W. Shakespeare – Amleto)
Ed eccomi qua ancora una volta, tra le sponde del fiume Po, attratto inevitabilmente dal suo richiamo, per un piccolo viaggio fotografico nell’Oasi naturalistica Parma morta a Mezzani (Pr) alla ricerca dei paesaggi, della natura e dei colori che questa terra, spesso dimenticata ci offre. In questa visita, non mi sono dedicato all’osservazione delle decine di specie di uccelli e d’animali che popolano questa piccola riserva regionale, ma ho cercato una chiave di lettura differente, un altro punto di vista rispetto alla percezione abituale…
In realtà questo luogo è una sorta di piccola Camargue, una zona paludosa chiamata appunto Parma morta che comprende l’ultimo tratto del vecchio corso del torrente Parma, prima della deviazione effettuata nel XIX sec., che si estende tra la foce attuale dei torrenti Parma ed Enza e le acquee del fiume Po.

Il nostro cervello è abituato ad elaborare le foto trasmesse dal nostro obiettivo personale…l’occhio e a mostrarcele rendendole facilmente leggibili e riconoscibili come tali.
Ma basta allontanarsi di poco dai sentieri battuti, deviare leggermente la prospettiva, per catturare altri mondi, altre percezioni non meno reali, ma estranianti, visioni fuorvianti dove l’elaborazione diventa più complessa e meno scontata… portandoci verso altri mondi… the world upside:
Infine il sole si congeda, regalandoci un tramonto di fuoco che incendia gli argini, il cielo e le nostre anime…

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